Comunicazioni

Internazionalizzazione per la ricerca

Dal 04.04.2024 al 07.07.2024

L’internazionalizzazione non è una delle tre missioni dell’Università, ma si potrebbe dire che è trasversale a tutte le attività che facciamo e lo è sempre di più. Ce ne accorgiamo facilmente girando per il campus e osservando quanti studenti stranieri ci sono in più, rispetto anche solo a dieci anni fa, oppure pensando a quante volte dobbiamo scrivere una mail in inglese e non in italiano.


Anche MAPS sta percorrendo questa strada di sempre maggiore apertura al mondo, cercando di stringere collaborazioni strategiche. Con il nuovo mandato mi è stato rinnovato l’incarico di Delegato all’Internazionalizzazione ed ho pensato opportuno riconfermare le stesse persone all’interno della Commissione, Antonella Dalle Zotte, Giorgio Marchesini, Stefano Romagnoli, Calogero Stelletta, con l’aggiunta di Marco Cullere, che già aveva partecipato agli ultimi incontri dello scorso mandato. La modalità di funzionamento per questi prossimi quattro anni, invece, vuole essere un po’ diversa, cercando di identificare per ogni membro della Commissione delle funzioni specifiche, in modo che ognuno possa lavorare per sviluppare un determinato filone e rappresentare un riferimento per l’intero Dipartimento. Queste funzioni verranno comunicate durante i prossimi Consigli.

 

In questo momento MAPS offre diverse opportunità di internazionalizzare le attività di ricerca al proprio personale docente e tecnico-amministrativo. Dal 2022 è attiva una call interna di Dipartimento, che mette a disposizione dei fondi per missioni all’estero o per ricevere colleghi provenienti da sedi estere. Questa call intende favorire il rafforzamento delle collaborazioni delle sedi con cui è già stato siglato un Memorandum of Understanding (MoU), ma in modo non esclusivo. A livello di Ateneo ci sono ulteriori bandi per fare esperienze all’estero, che vanno dalla classica mobilità Erasmus+ for teaching (una settimana di insegnamento presso una sede partner Erasmus, che può però essere usata anche per stringere collaborazioni di ricerca), allo sviluppo di progetti di mobilità extra-europei tramite l’Erasmus+ KA171, fino ai bandi legati al progetto Arqus, una alleanza strategica con altre Università europee.


Ad oggi, queste opportunità non sono state molto utilizzate dal personale di MAPS, probabilmente per la difficoltà di trovare il tempo per assentarsi dalla propria sede per un periodo di cinque o più giorni. La mia sollecitazione è però di iniziare a programmare questo tipo di esperienza nel lungo periodo, iniziando a pensare dove si vorrebbe andare e per fare cosa, riflettendo su come e quanto una esperienza all’estero possa aiutarci nel migliorare i diversi ambiti del nostro percorso professionale. Non si può fare tutto, ma una esperienza di internazionalizzazione finalizzata a creare una collaborazione di ricerca internazionale è sicuramente un obiettivo dalle molteplici ricadute positive per un ricercatore nella fase iniziale della propria carriera (i cosiddetti early-stage researchers).

 

Negli ultimi anni sono stati anche modificati gli indicatori della “dimensione internazionalizzazione” del Piano Triennale di Sviluppo della Ricerca (PTSR), introducendo un monitoraggio - e una premialità - per la partecipazione come relatore ai Congressi Internazionali.

 

Pur consapevole della difficoltà di dare un giusto valore a tutte le molteplici attività che il docente universitario moderno si trova a fare, il gruppo che ha redatto la PTSR ha pensato che questo tipo di attività rappresenti la base per conoscere e farsi conoscere a livello internazionale, per poi iniziare collaborazioni con nuovi gruppi di ricerca di altri paesi, facilitare la mobilità internazionale dei giovani collaboratori in formazione, ed arrivare infine ad avere una produzione scientifica sempre più aperta ad autori di Istituzioni estere.

 

Il maggiore impatto scientifico - e spesso anche la maggiore qualità - degli articoli scritti congiuntamente da autori di Istituzioni di diversa nazionalità, è stato ampiamente dimostrato.

 

Il monitoraggio degli indicatori del 2023 sembra molto promettente, con tutti gli indicatori della dimensione internazionalizzazione che si attestano sopra alla soglia che era stata fissata come target; confidiamo che il 2024 possa confermare o addirittura migliorare questo trend.