SusCatt Increasing productivity, resource efficiency and product quality to increase the economic competitiveness of forage and grazing based cattle production systems

Aumentare la produttività, l’uso efficiente delle risorse, la qualità dei prodotti e la competitività economica di sistemi di allevamento dei bovini basati sul largo impiego di foraggi e sul pascolamento

Durata - 3 anni
Data inizio - 01/09/2017
Data fine - 31/08/2020 (estesa al 31/12/2020)

La selezione genetica e le tecniche di allevamento adottate a livello europeo hanno portato a un aumento considerevole della produzione di latte e carne negli ultimi decenni. Tuttavia, ciò non ha necessariamente portato a un modello di sviluppo che fosse anche sostenibile ma, anzi, discutibile per gli effetti che può avere sull’ambiente e sul benessere degli animali e per la crescente dipendenza del comparto zootecnico da alimenti che sono utilizzabili anche per l’alimentazione umana, come ad esempio il mais e la soia. Per quest’ultima, in particolare, esiste anche l’aggravante di essere un prodotto in larga parte di importazione.

SusCatt, progetto Europeo finanziato nell’ambito del consorzio ERA-NET SusAn, ha quindi avuto come obiettivo generale quello di valutare la produttività, l'efficienza nell’uso delle risorse e l’accettabilità da parte dei consumatori di un processo di transizione dell’allevamento bovino da latte e da carne verso diete che siano basate su elevate quantità di foraggi (non edibili per l’uomo, e.g. fieni), sull’inclusione di sottoprodotti di origine vegetale o che utilizzino maggiormente, se non completamente, il pascolo. Il presupposto del cambiamento è quello di utilizzare queste risorse autoprodotte in diete che considerino le specificità di razza e di sistemi di allevamento, sia nella filiera del latte che in quella della carne.

Perchè SusCatt dunque?

  • Per individuare strategie di allevamento che conducano a una bovinicoltura da latte e da carne più sostenibile in termini tecnici, economici, di tutela dell’ambiente e di benessere animale.
  • Per ovviare alla crescente dipendenza del comparto zootecnico da alimenti utilizzabili anche per l’alimentazione umana (e.g. mais) e/o da prodotti in larga parte di importazione (e.g. soia).
  • Per rispondere alle istanze della collettività che vuole allevamenti più in armonia con il territorio, più attenti alla qualità di vita degli animali e alla salubrità dei prodotti.

Come ha lavorato SusCatt

Il progetto ha coinvolto 7 centri di ricerca europei appartenenti a 6 paesi (Norvegia, Svezia, UK, Polonia, Germania, Italia). Coordinato dal partner norvegese NIBIO (Norwegian Institute of Bioeconomy Research), il lavoro è stato organizzato in 5 pacchetti tematici tra loro interdipendenti (Work Package, WP). Due di essi si sono concentrati maggiormente sulla raccolta dati in allevamento e sulla valutazione della qualità dei prodotti, considerando sia il comparto dei bovini da carne che da latte. Questi due WP, inoltre, hanno alimentato con le informazioni raccolte sul campo il task della valutazione economica e ambientale per ricavare informazioni sull’efficienza globale delle aziende e sull’efficienza di utilizzo delle risorse. Un WP del progetto è stato invece dedicato all’informazione, finalizzata al coinvolgimento, al trasferimento e alla diffusione dei risultati tra gli allevatori e i tecnici del settore. Nello stesso WP è stato dato spazio alla comunicazione verso i cittadini e i consumatori per far comprendere l’importanza complessiva dei cambiamenti apportati al regime alimentare dei bovini.

Dal punto di vista operativo il progetto si è basato su un approccio multi-actor, partecipato e interattivo dove le attività di modellizzazione (ambientale ed economica), sperimentali e di ricerca e sviluppo, svolte dai sette centri accademici, sono state condivise con i portatori d’interesse dei diversi Paesi coinvolti nel progetto (allevatori/agricoltori, servizi di consulenza tecnica, cooperative e associazioni di prodotto).

I partner del progetto

  1. NIBIO – Norsk Institutt for Bioøkonomi, Norwegian Institute of Bioeconomy Research (Norvegia)
  2. UNEW – University of Newcastle upon Tyne (UK)
  3. IGAB – Institute of Genetics and Animal Breeding of the Polish Academy of Sciences (Polonia)
  4. SLU – Sveriges lantbruksuniversitet, Swedish University of Agricultural sciences (Svezia)
  5. RISE – Research Institutes of Sweden (Svezia)
  6. CAU – Christian Albrechts Univesität zu Kiel, Institute of Crop Science and Plant Breeding, Kiel University (Germania)
  7. UP – Dipartimento di Medicina Animale, Produzioni e Salute (MAPS), Università di Padova (Italia)

Che risultati

Le indagini condotte nei vari paesi partner hanno evidenziato come il ritorno a piani alimentari maggiormenti basati sull’uso abbondante di foraggi e/o sul pascolamento sembri migliorare la sostenibilità degli allevamenti. Vediamo come!

  • Sostenibilità economica, si riducono i costi di produzione delle aziende, il cui introito finale non si riduce ma, anzi, talvolta aumenta, anche grazie al maggior valore di mercato di latte e carne. Soprattutto, nello studio condotto da UNIPD, l’uso di piani alimentari basati su più fieno e meno insilati non ha ridotto le performance degli animali, né nel settore del latte né in quello della carne.
  • Sostenibilità ambientale, si riduce l’impatto delle aziende sull’ambientale e sulla biodiversità: meno emissioni di CO2, riduzione dell’acidificazione del terreno e uso più efficiente delle risorse. 
  • Sostenibilità etica, gli animali godono di miglior salute e benessere. In particolare, nel settore carne, le razze specializzate presentavano un miglior stato di salute se alimentate con diete ricche di fieni, senza registrare un peggioramento dell’accrescimento. Inoltre, gli incroci italiani non solo si sono confermati più resistenti a diete e sistemi di allevamento alternativi ma hanno anche mantenuto le perfomance competitive. La scelta di allevare incroci italiani ridurrebbe la dipendenza del settore dall’importazione di capi dall’estero e, quindi, eviterebbe i trasporti degli animali su lunghe distanze.
  • Qualità del prodotto, Migliora il valore nutrizionale di carne e latte. I ricercatori UniPD ha evidenziato come l’uso costante di fieni aumenta la qualità del grasso della carne: si riducono gli acidi grassi monoinsaturi e si aumentano quelli polinsaturi e gli omega 3. Nel settore del latte, la razione alimentare distribuita agli animali ha influito sulla composizione del latte in termini di acidi grassi e di composti biomolecolari. Questo evidenzia come sia possibile tracciare la provenienza del prodotto in termini di alimentazione fornita agli animali e, potenzialmente, creare sistemi di etichettatura di nicchia per i quali il prodotto viene pagato di più.

I risultati di questi studi permetteranno di capire come la bovinicoltura europea possa aumentare i profitti riducendo allo stesso tempo il proprio impatto sull’ambiente e, quindi, migliorando l’accettabilità da parte del consumatore finale. Tutto questo, la renderà anche più resiliente verso influenze esterne, come ad esempio dai mercati globali del prodotto finito e delle materie prime inserite nelle razioni.

Attenzione: cambiamento in atto! 

Diversi allevatori e moltissimi consumatori, infatti, si stanno già orientando verso, rispettivamente, la produzione e l’acquisto di latte e carne prodotti secondo sistemi di allevamento più sostenibili. E lo fanno perchè entrambi consapevoli dell’impatto positivo che questi hanno sull’ambiente, sul benessere degli animali e sulla qualità del prodotto.

L’indagine condotta dal partner norvegese ha evidenziato che molti allevatori hanno già accettato di buon grado la sfida per arrivare a una zootecnia più sostenibile. Dall’altro lato, è emerso che il consumatore che sceglie di comprare con coscienza lo fa perchè vuole essere promotore del cambiamento e non “giudice critico” verso il mondo agricolo.

Un ringraziamento particolare...

...va a tutte le aziende italiane che hanno accettato di partecipare al progetto. I risultati ottenuti grazie alla vostra disponibilità e collaborazione hanno permesso di muovere diversi passi avanti verso un futuro più sostenibile per il mondo agricolo. Ci impegniamo a continuare il nostro lavoro per fornirvi quanti più strumenti sia possibile affinché possiate proseguire al meglio le vostre attività tanto importanti per il consumatore e per il territorio

  • Agriber di Bernardi Amedeo & C. Soc. Agr.
  • Bortoli F.lli Soc. Agr.
  • Fattoria La Greppia
  • Fattoria San Michele Soc. Agr.
  • Az. Agr. Finco Alessandro
  • Soc. Agr. Fiorfarm di Fioravanzo G., D. e G.
  • Il Giglio Soc. Agr. di Bettinardi Stefano e C.
  • Az. Agr. di Leonardi Renato
  • Az. Agr. Orna di Ponzio Pierluigi
  • Peron F.lli Soc. Agr.
  • Az. Agr. Peron Giuseppe
  • Soc. Agr. Pistola dei F.lli Minuzzo
  • Az. Agr. Bellia
  • Az. Agr. Dan Diego
  • Az. Agr. La Cesarina
  • F.lli Magagna Soc. Agr.
  • Soc. Agr. Nicoletto Gianpaolo
  • Soc. Agr. Nicoletto di Nicoletto Natalino e Alberto
  • Pengo Soc. Agr.
  • Vezzaro Antonio e Giovanni Soc. Agr.
  • Az. Agr. Zullo Damiano
  • Az. Agr. Massagrande Alberto
  • Soc. Agr. Mirandola Giancarlo e Luca

Per appfrofondire, visitate la pagina di NIBIO dedicata al progetto, il materiale divulgativo e le note tecniche illustrano al meglio i risultati ottenuti durante questi anni di SusCatt e si trovano a questa pagina dedicata.
I risultati sono disponibili e visibili anche a questo link.

Contatti
Coordinatore: Dr. Håvard Steinshamn
The Norwegian Institute of Bioeconomy Research – NIBIO
havard.steinshamn@nibio.no

In Italia: Prof.ssa Flaviana Gottardo
Dipartimento di Medicina Animale, Produzioni e Salute – MAPS
049 8272620, flaviana.gottardo@unipd.it


Il team del Dipartimento MAPS partecipante al progetto

Il responsabile e coordinatore del progetto per l’Università di Padova
Prof.ssa Flaviana Gottardo
flaviana.gottardo@unipd.it

Prof. Severino Segato

Dott.ssa Giorgia Riuzzi 

Gli sviluppi del progetto SusCatt sono visibili nel sito ufficiale.
Per scoprire le Note Tecniche, promosse dal progetto, utili alla diffusione dei risultati.